SLOITA

VERMISAT

Italia, 1975, bn/colore, 83'

in programma:

Gorizia, 29/11/2017, ore 20
 

regia: Mario Brenta

sceneggiatura: Pier Giuseppe Murgia, Mario Brenta

fotografia: Dimitri Nicolau

musiche: Nicola Piovani

montaggio: Sergio Nuti

con: Carlo Cabrini (Luigi Tagrama – Vermisat), Maria Monti (Maria), Leila Durante (padrona), Bruno Ciangola (padrone), Orazio Stracuzzi (dottore), Alberto Borzi (infermiere), Bruno Biasibetti (proprietario del negozio)

produzione: Eucarpia Film, RAI

 

 

Trama:

Tagrana Luigi è poco più di un nome. In realtà è un emarginato, un essere asociale, senza dimora fissa, senza un lavoro, se non quello di raccogliere vermi nei fossati della pianura milanese per ricavare qualcosa da vivere. E' perseguito dalla giustizia per maltrattamenti alla moglie per averla abbandonata incinta, per vagabondaggio. Ora lo troviamo in un sanatorio da cui fugge, ora in un carcere, ora in un ospedale, ora in una baracca, con una prostituta (Maria) di basso rango, un altro essere emarginato, che riesce finalmente ad associare la sua triste solitudine alla solitudine del Vermisat. Ma ecco che anche la raccolta dei vermi gli è impedita. Così Vermisat deve arrangiarsi a cercarli di notte e si prende una brutta polmonite. Ricoverato all'ospedale è convinto che le medicine non servono che a fargli male e che i medici vogliono solo liberarsi di lui. La sua fiducia è in uno sgualcito libercolo, ove trova una mescolanza di credenze superstiziose, astrologia e di ricette popolari. Si riduce allora a estrarsi del sangue per venderlo a un ciarlatano (il Medicon), che gli soffia anche la Maria. Vermisat è così di nuovo solo, peggio di un cane senza padrone.

 

commento

»Atipico esordio del veneziano Brenta, premiato a Saint-Vincent come migliore opera prima. Parabola sommessamente tragica sulla violenza delle istituzioni, realizzata con una ruvida capacità di osservazione e con lucidità impietosa, ma anche con rispetto e pudore profondi: non una concessione alla violenza, non un compiacimento del laido, non un'esasperazione polemica e predicatoria.«

 

Morando Morandini

 

Premi:

Globo d'oro come Migliore regista esordiente, 1975