Mala Apokalipsa
Kinoatelje 2008
Mala apokalipsa non è un documentario nel senso stretto del termine, né una fiction. Paradossalmente, il film potrebbe essere definito un "documentario fantastico", poiché attinge comunque a una storia che è realmente accaduta: la morte di un luogo.
Čišnje è (o era) un piccolo villaggio nelle valli di Natisone, che la logica economica della vita moderna – come molte altre località montane o periferiche – ha condannato all'abbandono e al decadimento. In questo caso, l'abbandono definitivo è avvenuto dopo il terremoto del 1976, quando agli ultimi abitanti è stata offerta come unica opzione la relocation in altri insediamenti della valle, anche se i danni al paese non erano così gravi.
La narrazione cinematografica unisce testimonianze e ricordi legati alla vita quotidiana nel paese e al suo declino – che suscitano compassione e dolore – evocati dalle riprese che sembrano consumate dal contenuto stesso del ricordo, con riflessioni e intuizioni sul sentire del tempo, che la vista di un paesaggio di rovine può risvegliare, visto dall'esterno, separato dalle connessioni biografiche personali.
In luoghi come Čišnje, l'apocalisse non si presenta rumorosamente e con il suono della tromba: si tratta di un collasso che avviene silenziosamente, come spetta agli “imperi periferici”, le cui vicende non suscitano interesse e non sollevano polvere: la sua forma visibile è una forza distruttiva della vita che, con il suo incessante agire, cancella le tracce dell'esperienza umana nell'indifferenza prevalente per gli eventi storici grandi o piccoli.
E molte future Čišnje e valli di Natisone sono intrappolate in un destino di attesa fatale, che ne testimonia l'esistenza.