SLOITA

LA STORIA DEL PREMIO 2021: FRANCO GIRALDI

venerdì 6 agosto 2021 alle 21.00

Piazza della Transalpina, Gorizia / Nova Gorica

Nell’ambito del Silvan Furlan Open-Air Cinema abbiamo dedicato la serata finale della serie di proiezioni cinematografiche sotto le stelle al caro amico, il regista Franco Giraldi, vincitore del Premio Darko Bratina 2011. In Piazza della Transalpina / Trg Europe, luogo simbolico di contatto tra le due Gorizie, abbiamo porto omaggio al grande regista con la proiezione del film La frontiera (1996).

Franco Giraldi, nato nel 1931 a Komen, di madre slovena e padre istriano, ha provato sulla propria pelle la complessità della vita su un confine. Dopo aver fatto di Trieste la sua città adottiva è partito per Roma, diventando un regista di rara maestria e con una ricca filmografia. I diversi regimi politici che si sono susseguiti nella storia hanno spesso sottoposto le identità di confine alla forza dell'assimilazione, privandole così del loro vero essere. Questa complessità di confine viene messa in risalto in modo personale e con grande rispettoso nella trilogia, comprendente i film La rosa rossa (1973), Un anno di scuola (1977), e La frontiera (1996).

»Nella frontiera tutto può diventare bellissimo nel senso del pluralismo e tutto può diventare terribile nel senso dell'esclusione della pluralità. Quando si pretende di etichettare una persona con una nazionalità, una religione, una denominazione univoca, si fa un torto terribile all'infinita possibilità della frontiera.« (dall'intervista con Franco Giraldi nel libro Franco Giraldi, lungo viaggio attraverso il cinema, di Luciano De Giusti)

Il film è stato proiettato in italiano con sottotitoli in sloveno. Si ringrazia la Cineteca del Friuli che custodisce la copia del film.

L’evento proposto dal festival Omaggio a una visione fa parte del programma del Silvan Furlan Open-Air Cinema coorganizzato dal Kinoatelje e dal Kulturni dom Nova Gorica sotto il patrocinio del Comune di Nova Gorica. L'evento fa parte del programma della Capitale europea della cultura GO! 2025.

 

Giraldi-Franco

 

Programma della sera

La frontiera

Franco Giraldi, Italia, 1996, 110 min

Storia parallela di due giovani dalmati di fronte alla guerra: nel 1916 un ufficiale asburgico deserta; nel 1941 un tenente dell'esercito italiano torna nell'isola dov'è nato. Giraldi declina il tema dell'identità nella forma di un'etichetta imposta con la violenza.

 

FOTO DELL'EVENTO

 

la frontiera giraldi

 

FRANCO GIRALDI, TESTIMONE DELLA FRONTIERA

Aleš Doktorič

 

Franco Giraldi era un uomo mite e cordiale. Nato a Komen sul Carso, ha fatto della Trieste postbellica la sua patria d’elezione. Partito per Roma, diventò un regista di spaghetti western e in seguito autore di opere sensibili che volentieri percorrevano i sentieri delle identità di frontiera.

Franco si è ritirato l’anno scorso, in silenzio. Ma la sua traccia rimane viva tra gli sloveni e gli italiani sul confine. Un evento alla memoria di un amico, critico e maestro del cinema, ha avuto luogo il 6 agosto 2021 sulla Piazza della Transalpina, luogo simbolico di contatto tra Gorizia e Nova Gorica, con la proiezione del film La frontiera. Ma già nel 1994 il Kinoatelje gli aveva dedicato un omaggio con proiezioni di film al 9° Film video monitor a Gorizia. Sono seguiti anni di regolari frequentazioni sia con il Kinoatelje, che gli conferiva nel 2011 anche il Premio Darko Bratina, sia con il Premio Sergio Amidei che lo vedeva membro della giuria.

Già nel suo cortometraggio degli esordi, Il Carso (1960), ha avanzato l’idea di una pacificazione tra Sloveni e Italiani sul confine, inaugurando così un filone della sua opera cinematografica e televisiva. Con Un anno di scuola (1977) ha ricostruito la Trieste austroungarica nel fatidico anno 1913, prima del diluvio di guerra. Le riprese si sono fatte anche a Gorizia, in via Rastello sotto il Castello. Una sintesi della sua visione della frontiera è rappresentata, appunto, dal film La frontiera (1996), in cui diverse generazioni in guerra cercano di superare le divisioni nazionali attraverso l’affermazione della solidarietà.

Grazie, Franco.