SLOITA

Bankomatt

Svizzera/Italia, 1989, 35mm, col., 89'

in programma: Trieste, 29/11/2015

 

regia, soggetto   Villi Hermann
sceneggiatura   Giovanni Pascutto
fotografia   Carlo Varini
musica   Franco Piersanti
suono presa diretta   Felix Singer
montaggio   Fernanda Indoni
costumi   Lia Morandini
trucco   Esmé Sciaroni
organizzatore   Bruno Moll
interpreti   Bruno Ganz (Bruno), Omero Antonutti (direttore di banca), Francesca Neri (Maria), Giovanni Guidelli (Stefano), Roberto de Francesco (Vincenzo), Andrea Novikov (Marco), Pier Paolo Capponi (cassiere)
produzione   Enzo Porcelli e Villi Hermann
coproduzione   Imagofilm Lugano, ABCinema Roma, Rtsi-Ssr
distribuzione   Imagofilm Lugano e Petaso Inter-Communication Roma
lingua   italiano

 

Prima coproduzione tra Italia e Svizzera. Trasmesso in tv da Tsi, Sf Drs, Rai 1 e Tmc.
Prima mondiale al Festival di Berlino 1989, in concorso. Premio qualità della Dfi di Berna. Premio Anica.
 

Bruno è un ex funzionario di banca. Ex non per sua volontà. La sua dignità orgogliosamente svizzera è stata duramente e forse definiti­vamente intaccata. Bruno (Bruno Ganz) ha pagato e continua a pagare per la salva­guardia del buon nome dell’istituto presso cui lavorava. Ma una speculazione infruttuosa, un investimento sbagliato, sono colpe gravissime. Bruno è colpevole e sogna il riscatto e aspetta l’occasione giusta. Che arriva con Stefano, un giovane nato in Svizzera da genitori italiani, ritornati in patria dopo un ventennio di lavoro. Stefano sente la mancanza di tante cose ma non di una “patria”. In quell’angolo di Svizzera ha i suoi amici e Maria. Forse un giorno Stefano se ne andrà con lei, la ragazza che ama: quando avrà abbastanza soldi per non dover tornare indietro. Ma all’improvviso Stefano si trova nella scomodissima si­tuazione del ricercato per un reato assurdo e tragico al medesimo tempo. Lo salverà Bruno e si lascerà trascinare in un progetto che potrebbe risolvere la vita di entrambi o rovinarla definitivamente: introdursi in una villa e sequestrarne il proprietario per farsi con­durre nel caveau di una banca.