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Anteprima del film Due passi dal Baltico al Adriatico

data: 06.09.2023

categoria: notizie

6 settembre alle 20.00 presso il Kulturni dom Nova Gorica

 

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Il 6 settembre alle 20.00 siete invitati presso il Kulturni dom Nova Gorica all'anteprima del lungometraggio Due passi dal Baltico all'Adriatico (Two steps from the Baltic to the Adriatic, 2023). Il documentario diretto da Jan Mozetič ci porterà in un interessante viaggio che si estende dalla Lituania fino a Trieste.

Le riprese del documentario si sono svolte dal settembre 2022 all'aprile 2023 in vari paesi e città europee, che, per diversi aspetti culturali, portano una forte impronta del periodo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Proprio come nel film, anche durante le riprese abbiamo avuto la sensazione di viaggiare, sia fisicamente che a livello temporale. Durante questo viaggio la troupe cinematografica ha incontrato un'ampia gamma di interlocutori, che hanno rivelato vari aspetti dei personaggi in questione.

Il film è stato prodotto dal Kinoatleje e realizzato nell’ambito del progetto Let’s meet, che si concentra sullo sviluppo e il rafforzamento del valore sociale ed educativo del patrimonio culturale europeo attraverso l'uso di nuovi media. I partner del progetto includono; come capofila Kolegium Europy Wschodniej (il Collegio dell'Europa orientale) – Wroclaw, l’Associazione Kinoatelje – Gorizia e Nova Gorica, ALDA (Association des de la Democratie Locale) – Strasbourg e Bruxelles, NARA – Vilna, e Szépírók Társasága (Società degli Autori Ungheresi) – Budapest.

Il progetto è Cofinanziato da Erasmus+ Programe dell'Unione Europea e Fundacja Rozwoju Systemu Edukacji.

 

Nota del regista

Nel film ho cercato di rendere, a livello visivo, la fluidità tra le culture, il tempo e le ferite che caratterizzano quel fazzoletto di terra che va dal Baltico al Adriatico. Il naufragare delle certezze che contraddistinguono la fine del 19° secolo, si bilancia negli incontri con il diverso. Ciò fa nascere movimenti inaspettati. Gesti e azioni capaci di trasformare le proprie fragilità in atti artistici, in una sorta di danza che crea una nuova realtà. Delle utopie che si concretizzano, anche se per un solo istante. Una reazione folle, a volte pericolosa, ma per quanto mi riguarda, necessaria. Perché il mondo da bambini ci è dato, ma da adulti bisogna crearlo.